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mercoledì 22 luglio 2009

I dialoghi del Professore: I Vigili Urbani, la turnazione e Santa Rosalia

Totò: Peppino hai sentito cosa è successo ieri?

Peppino: No, unni sacciu nienti, sugnu un pocu distrattu.

Totò: Ma come, tu che sei un vigile non lo sai, e io, che non lo sono, so più di te e dei vostri problemi? E, allora, sei all'oscuro di tutto, e non sai che la sfida Festino-Assemblee è stata un Trionfo per il Festino? E non solo per la nostra beneamata Santuzza.

Peppino: Ma chi mi sta ricennu, Prufissuri, un ci pozzu cridiri. Perciò i colleghi sinni ieru a travagghiari?

Totò: Proprio così, caro amico mio.

Peppino: Ma io un ci capisciu nienti,

Vui ca’ siti allittrato mi putiti spiegari ‘nzoccu successi?

Ma poi, ora ca’ mi ricordu, a Novembre passatu, sulu picchì avevanu a livari a turnazioni a 170 colleghi, a Cgil, a Cisl e a Uil ficiru un macellu, e ficiru satari a Maratona internazionali. E, ora, che a turnazioni 170 colleghi la perdunu veramenti, i Vigili chi fannu? Sinni vannu a travagghiari!

Mah... io sugnu ‘ngnuranti, ma mi pari ca c'è cocchiccosa ca nun funziona.

Totò: Caro Peppino, hai ragione in parte, e, adesso, se hai voglia di ascoltarmi, ti spiegherò perché.

Peppino: Sugnu tuttu aricchi: accuminciassi Prufissù.

Totò: E' proprio il caso di dire che nelle cose che succedono al Corpo di Polizia Municipale, in effetti, non c'è un grande interesse per i veri problemi dei lavoratori.

Peppino: Chista è proprio bella, se i lavoratori virunu ca i sindacati i pigghianu pu culu, chisti un si ‘ncazzanu?

Totò: Amico mio, qui sbagli. I lavoratori lo sanno bene che i sindacati fanno solo i loro interessi e che i lavoratori sono soltanto l'alibi per altri scopi.

Peppino: Pirmittitimi Prufissù, ma chista nun la capisciu.

Totò: Vedi, Peppino in queste rappresentazioni, che hanno molto di teatrale, ogni attore è consapevole del proprio ruolo, proprio, come succede nelle sceneggiature: gli attori principali una volta sono i buoni e un’altra volta sono i cattivi.

Peppino: U capivu, Professuri: l’attori principali sunnu i sindacalisti, mentri i cumparsi sunnu tutti i travagghiaturi.

Totò: Proprio così: in pratica non ci sono differenze sostanziali, gli attori veri lo fanno per denaro, mentre i sindacalisti lo fanno per qualcosa di simile, ad esempio: per acquisire potere, leadership e dimostrare la loro forza. Infatti, assistiamo a una lotta tra Organizzazioni sindacali, per l’affermazione del più forte, per potersi, così, sedere nella stessa tavola dei padroni. Come giustamente hai ricordato, a Novembre passato, la Cgil, la Cisl e la Uil hanno indetto un’assemblea sindacale in occasione della Maratona Internazionale che poi è stata annullata miseramente. In quella occasione si anticipava soltanto la possibilità, molto seria, a dir la verità, di una perdita della turnazione per i tuoi colleghi.

Peppino: Infatti ci caffuddammu, Prufissù.

Totò: Perfettamente, ma non hai mai saputo la vera ragione di quella “cafuddatina”.

Peppino: Professò, Vassia è sempri complicatu.

Totò: In quella occasione sotto la falsa rivendicazione dei diritti dei lavoratori si stava disputando una partita molto importante: Maratona-Assemblea. Proprio la Triplice stava subendo i colpi di un calo di consensi, per il risveglio di parecchie coscienze, anche a seguito di una campagna d’informazione dei Cobas, del tutto nuova, mostrando documenti ed atti ufficiali. In quel preciso momento i Cobas stavano rappresentando la vera alternativa al sistema e i colleghi piano piano prendevano coraggio. A questo punto si doveva fare qualcosa di eclatante per far capire alle “comparse” chi veramente muovesse le masse.

Peppino: Annullari a Maratona.

Totò: Acuta osservazione Peppino. Ecco, mentre una parte di sindacato si prodigava per l’annullamento della Maratona, l’altra si prodigava invece per salvarla.

Peppino: Si, mi ricordu ca si rissi ca i Cobas vulevanu fari satari l’assemblea. Sta cosa mi fici incazzare assai. Però, ora successi a stessa cosa: mi pari ca’ i sindacati nun’annu propriu l’idee chiari. Qual’è a differenza ora rispettu allura.

Totò: La differenza sta proprio nella diversità delle realtà. Allora alcuni sindacalisti stavano perdendo terreno e considerazione, e avevano bisogno di dimostrare la propria forza, oggi gli stessi devono difendere il potere che nel frattempo hanno riacquistato; in pratica in presenza delle stesse identiche ragioni si intraprendono azioni diametralmente opposte.

Peppino: Allura, sinni futtunu di diritti ri lavoratori, e cercanu di difenniri u partuni.

Accussì fannu bedda fiura e fannu capiri ca sunnu forti. Ma chistu u fannu apertamenti senza pili ‘nna lingua e senza preoccuparisi di nenti.

Totò: Perché dici questo, amico mio.

Peppino: Pirchi, mi rissiru ca u 13 ri luglio ci fù delegazione trainanti …..

Totò: Trattante, Peppino, Trattante.

Peppino: Trainante …., Trattanti …. sempri a stessa perdita ri tempu è. Na sta riunioni proprio a Cisl dissi ca non era daccordu a fari manifestazioni ‘na st’iorna particolari….. eh !!! Botta ri Sali… allura a Maratona non era un iornu particolari? Allura, puru io rissi : … Bonu, accussì si ‘nzignanu ca chi diritti ri vigili nun si babbia.

Pinsavu ca stavamu lottannu veramenti pa turnazioni, invece, oggi, i stessi ca ficiru bonu a Novembri, fannu una cosa para para cuntraria.

Totò: Per questo ti dicevo all’inizio, che la lotta non è per i veri problemi dei poveri lavoratori, ma è una lotta fra sindacati per affermare la propria egemonia, per sedere accanto a chi comanda, per fregiarsi di avere un canale preferenziale nella gestione delle piccole e grandi cose. Tutti i sindacati, e dico tutti, giocano una partita molto importante per loro. E, le rivendicazioni salariali, contrattuali e altro, sono bazzecole.

Quando i sindacalisti sono veramente impegnati?

Solo quando devono trattare e studiare le strategie più idonee per capire cosa stanno facendo gli altri, per non perdere la considerazione da parte dei datori di lavoro, solo in quelle occasioni riescono a perdere la pazienza e a lottare con i denti anche per tutto l’arco della giornata.

Peppino: Veru è Professò, quannu mi trasfereru, un sindacalista, ri chiddi ‘mpurtanti, mi rissi – ora gli faremo vedere noi. Ancora aspettu. E quannu ci rissi - iamuci ‘nzemmula a parrari – iddu m’arrispunniu – appena mi libero dagli impegni lo faremo……. Però, a fini, mi rissi … - stai tranquillo……??? Professò e io tranquillu sugnu.

Totò: E’ così caro Peppino, bisogna farsene una ragione. Una cosa che invece non capisco è il fatto che i tuoi colleghi si comportano come tante marionette gestiti a proprio piacimento dai sindacalisti Pupari.

Così, facendo, non avranno mai speranza di cambiare le cose.

Così, lasceranno, sempre che siano gli altri ad essere artefici del loro destino.

E’ paradossale che proponete progetti di educazione alla legalità, con corsi nelle scuole per promuovere una cultura antimafia partendo giustamente dai nostri figli, e poi non avete il coraggio di cambiare il vostro ambiente.

Peppino: E no, Professò, stavota, permittitimi, ma è Lei ca non ha capito. I colleghi nun centranu nenti. Non sa pò pigghiari chi colleghi, pirchì sunnu travagghiaturi ca giornalmenti stannu a strittu cuntattu cu cu li cumanna. Mi voli diri sti poveri colleghi a cu si ponnu rivolgiri quannu sunnu na strata? E quannu annu bisognu di canciari turnu o di un iornu di riposu, o di aviri a licenza? Certu i colleghi, ca sunnu o Mosic, non sa passanu tantu bona, respirano sempre schifiarie, sunnu sempre a cummattiri cu na pocu di vastasi, se poi ci metti puri ca, si nun fannu chiddu ca ci ricinu di fari, si ponnu iri a chiudiri. I colleghi sunnu costretti a cumpurtarisi accussi. Costretti, no ca forza, ma chi richiesti di favuri – fammillu pi mia – lassannu intenniri ca se nun mu fai è una mancanza di rispettu. Nella nostra mentalità, e Lei Professò chistu l’avissi a sapiri megghiu di mia, a mancanza di rispettu è gravi. “sudditanza psicologica”

Totò: Perbacco, Peppino mi stupisci.

Peppino: No……. Ma……..pi virità u liggivu antura ‘nnò giurnali.

Totò: Stavolta hai proprio ragione, mi hai dato una vera lezione di vita, sul modo spicciolo e comune di vivere. In effetti il mondo gira in questa maniera e sino a quando non si verificherà una presa di coscienza seria, le cose andranno sempre in questa maniera. E’ puro spirito di sopravvivenza. Certo che i Sindacati non ne escono molto puliti da questi comportamenti. Ma a dire il vero, per quanto riguarda questi ultimi due avvenimenti, l’unica sigla coerente è stata la Cgil. Aveva boicottato la Maratona e visto che non si è ottenuto nulla ieri ha tentato di boicottare il Festino. Almeno loro hanno dimostrato coerenza.

giovedì 9 luglio 2009

Aggiornamento Cenciaioli

Ieri notte, dopo alcuni disaccordi e riscritture del testo, all'1:00 è stata approvata all'unanimità la delibera per la "tutela del lavoro storico dei cenciaioli e del percorso di legalità che hanno intrapreso" come scrive la consigliera Nadia Spallitta.
Ieri il consiglio si è svolto a porte chiuse, e ancora non abbiamo avuto il testo della delibera, quindi non sappiamo ancora esattamente cosa contiene.

Adesso il Sindaco dovrà convocare Prefettura, Questura, ARRA, Palermo Ambiente, AMIA ecc credo per decidere chi deve fare la convenzione con l'APAS.

Un altro passo è stato fatto, ma ancora non c'è niente di certo.

Scusate il poco entusiasmo ma sono disgustata da ciò che ho sentito ieri. La nostra classe politica è da mandare a casa. Nonostante le apparenze l'interesse per la città non è affatto prioritario.

Uno dei cenciaioli si è buttato dal balcone

Uno dei cenciaioli si è buttato dal balcone


Nella notte tra l’1 e 2 Luglio uno dei cenciaioli di Palermo, G. L., si è buttato dal balcone.

Si è buttato sulla sua lambretta piena di metalli, a braccia aperte.

In seguito alla caduta ha riportato uno schiacciamento della cassa toracica, un trauma cranico, la rottura della mandibola e di alcuni denti.

Ha trent'anni e tre figli, uno di pochi mesi.

I medici del Policlinico hanno detto che ha perso l'equilibrio psichico.



E' da quasi 6 mesi che i raccoglitori ambulanti di “ferro vecchio” non lavorano. Così come non lavora più l'Associazione APAS, che forniva a 400 famiglie ed attività commerciali il servizio gratuito di ritiro della raccolta differenziata a domicilio.

Non lavorano da quando nella provincia di Palermo è stata dichiarata l’emergenza rifiuti, a causa delle condizioni disastrose della discarica di Bellolampo.

Intanto sono pure cambiate le leggi sui rifiuti.

Sembra che il Prefetto abbia dato disposizioni alle forze dell’ordine di bloccare l’intera categoria, che fino ad allora aveva tolto dalle strade di Palermo centinaia di tonnellate di materiali riciclabili al mese, lavorando al confine tra la legalità e l’illegalità.


Questo mestiere, possiamo dire, esiste da sempre, se lo tramandano di generazione in generazione. Ed era anche un’ancora di salvezza sociale: spesso, infatti, questo era il primo lavoro che si andava a fare quando si usciva dal carcere.

Era illegale, perché i rifiuti sono “di proprietà del Comune”, quindi ‘sottrarre’ scale, reti, lavatrici rotte, cartoni e tutto ciò che può essere rivenduto dalle strade si configura come “furto” all’AMIA(!), anche se fa risparmiare ai cittadini Palermitani ben 140 € a tonnellata!


Ma hanno svolto questo lavoro sotto gli occhi di tutti: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani.

Questo mestiere storico rientrava tra gli Usi della città di Palermo.


I raccoglitori di metalli si erano anche, in un certo qual modo, regolarizzati. Dal 2004 tutti avevano provveduto ad aprirsi una partita IVA che li qualifica come “recuperatori di cascame e materiale ferroso”. 'Lo Stato' sapeva che facevano questo lavoro.

Poi gli avevano chiesto di alzare le sponde nei mezzi, e così hanno fatto.


Dalla fine di Gennaio sono iniziati i fermi, i sequestri dei mezzi e gli arresti.

E da allora sono iniziate anche le proteste, pacifiche, perché non potevano più lavorare.

Si sono pure costituiti in cooperativa, per poter stipulare una convenzione, a titolo gratuito (!), con il Comune e la Palermo Ambiente, ma ancora, dopo più di 5 mesi, non riescono a portare il pane a casa.



La casa di G. L. si trova a Bagheria. Lui è di Palermo e lavora a Palermo, ma ha la casa a Bagheria perché l'affitto è più basso.

La sua casa si trova al primo piano di una palazzina antica, coi tetti alti e il magazzino sotto. Si è arrampicato sulla ringhiera del balcone per buttarsi, da un'altezza corrispondente a un secondo piano.


Ora non è più in pericolo di vita, ma non dovrebbe assolutamente muoversi. Potrebbe avere qualche costola rotta, e muovendosi potrebbe bucare i polmoni. Invece cerca in continuazione di alzarsi dal letto per andare al presidio con i suoi colleghi a Palazzo delle Aquile.

Dopo essere stato alcuni giorni in terapia intensiva e in psichiatria e i medici lo hanno mandato a casa imbottito di calmanti.


Ai giornalisti ha dichiarato che fa questo lavoro da 20 anni e non sa fare altro. Che togliergli questo lavoro significa togliergli la vita. Sui giornali la notizia è spuntata (senza indagare troppo sulle cause), ma in TV è stata data solo una volta al TGS.

Hanno mostrato grande solidarietà il Sindaco di Palermo, il Sindaco di Bagheria e i Consiglieri comunali.

Oggi, lunedì 6 luglio, il Consiglio Comunale dovrebbe discutere il provvedimento con il quale, se approvato, i 'cenciaioli' potranno tornare a lavorare. Questo sarebbe risolutivo.


Finora si è tardato ad andare avanti con la convenzione in Consiglio Comunale perché a quanto pare sono 'spuntate' altre cooperative.


Intanto il consigliere Oliveri, l'associazione IBF e le chiese evangeliche hanno fatto la spesa a tre famiglie, le più disastrate. Così la situazione è stata tamponata, almeno per qualche giorno.


Dai problemi di sopravvivenza sono scaturiti anche sfratti, separazioni, divorzi e liti in famiglia perché alcune mogli non capiscono che la loro situazione non dipende dai mariti. Davanti al Palazzo un ragazzo urlava arrabbiato che suo figlio non lo calcola più, che sta sempre con suo suocero e forse vede il suocero come padre, perché a lui non lo vede mai, perché è "allo sciopero".



Adesso le loro sorti dipendono dalla decisione dei Consiglieri Comunali.

Confidiamo che facciano l'interesse della città di Palermo e dei Palermitani aiutando questi loro concittadini.


Associazione Riufiuti Zero Palermo

Rete Rifiuti Zero Sicilia

Coordinamento dei Comitati Siciliani

INCENERITORI IN SICILIA. I LATI OSCURI DI UNA SOCIETA’ MILANESE E I DANNI POSSIBILI DI UN SUBAPPALTO DA RECORD @ Domani Arcoiris TV

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