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martedì 30 settembre 2008

Mascherine dei Vigili: DPI o non DPI questo è il problema


Proprio così, sembrerebbe che le mascherine non siano da considerare Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): è ciò che, è stato detto nell'incontro del Giorno 30-09-2008, alle ore 10.00. Un incontro, voluto fortemente dal Comandante dei vigili di Palermo, Dott. N. Purpura, per fare chiarezza in maniera definitiva, sugli apparecchi di protezione delle vie respiratorie, più comunemente chiamate, "mascherine".
La riunione è stata richiesta dal Comandante anche alla luce del fatto che due operatori di P.M., recentemente, hanno ricorso alle cure mediche, presso un nosocomio cittadino, a seguito di malore provocato da un prolungato uso della mascherina. Ebbene dai referti medici, a quanto pare, è emerso una percentuale elevata di monossido di carbonio nel sangue.
E’ comunque doveroso, per chi non ha conoscenza della storia, spiegare sommariamente quello che è successo nel recente passato.
Nel 2005 l’A.C. acquista 162.601 mascherine protettive, a 1.23 euro ciascuna e per la somma complessiva di 240.000 euro, con lo scopo di proteggere gli operatori di P.M. che lavorano per strada, esposti agli agenti inquinanti. Da subito abbiamo contestato tale acquisto per tutta una serie di irregolarità che andavano, da una non corretta valutazione del rischio specifico, da un documento di valutazione dei rischi che non era stato ancora redatto e quindi al momento dell’acquisto inesistente, dal fatto che dei pareri di illustri tecnici per giunta chimici ne hanno dichiarato l’inutilità e la dannosità, come si evidenzierà appresso.
Da circa due anni andiamo avanti a inondare di note sia l’ufficio autonomo per la sicurezza , sia l’organo di vigilanza, sia il medico competente, sia il datore di lavoro,sia i vertici del comando di P.M. non trascurando una denuncia alla Procura della Repubblica.
Ad un certo punto l’attuale Comandante si è posto un quesito abbastanza elementare. Ma insomma è possibile che tutti questi professionisti della sicurezza si debbano solo scrivere e non incontrarsi per cominciare a discutere seriamente di tutela della salute di chi sta per strada? Insomma sapere se queste “benedettissime” e difesissime mascherine sono idonee per il caso specifico oppure no?
Alle ore 10.30 circa si sono presentati in caserma una delegazione di 4 persone dell’ufficio autonomo per la sicurezza compreso il suo responsabile e tre dottori dell’A.S.L. che si occupa di sorveglianza sanitaria.
Una cosa che è saltata subito agli occhi è che sia il medico competente responsabile che il responsabile dell’ufficio autonomo per la sicurezza, avevano entrambi una carpetta piena delle nostre segnalazioni. Questo per evidenziare che gli abbiamo dato un pò di materiale per riempire queste carpette.
Dall’incontro è venuto fuori che il documento di valutazione dei rischi è stato redatto sulla base dei dati derivati dai rilevamenti delle centraline AMIA. A dire dello stesso R.S.P.P. (responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) un documento basato su dei dati poco attendibili, tanto che nei primi di novembre si dovrebbe dare corso alla rilevazione tramite i radielli portatili (rilevamento ad altezza naso-bocca). Dai dati che emergeranno si potranno adottare le opportune cautele per la salute dei vigili.
In seno alla riunione abbiamo attaccato il DVR (documento di valutazione dei rischi) perché il rischio chimico è stato valutato da un Ingegnere meccanico e non da un chimico, perché non c’è stata la consultazione degli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), perché non è stato mai effettuato un sopralluogo sul posto di lavoro, che per il viabilista risulta essere la strada, perché non è stato valutato il rischio acustico, perché non è stato valutato il rischio da stress psicologico e tantissimi altri errori che secondo noi sono presenti nel DVR e sono quindi pregiudiziali a qualunque protocollo di prevenzione e protezione. Devo dire che il Comandante in modo energico ha stoppato le polemiche e le diatribe che stavano nascendo focalizzando l’attenzione sul fatto che si deve fare qualcosa di concreto per la tutela della salute del lavoratore. Ha evidenziato, inoltre, che risulta chiaro che il DVR è stato redatto in maniera superficiale e che questo presenta parecchie lacune che dovranno essere colmate con una attenta analisi futura.
Ha poi inserito a verbale che dovranno essere considerati i rischi acustici e psicologici, quest’ultimo di primaria importanza. Inoltre ha avanzato una precisa richiesta sull’utilità o meno di queste mascherine. Se i colleghi la devono indossare obbligatoriamente, per quanto tempo, in che condizioni e se può essere dannosa per la salute degli stessi operatori.
Da oltre due anni urliamo che le mascherine in questione in presenza di una combinazione di sostanze inquinanti sia in forma gassosa sia in forma solida sono inutili e dannose. In sostanza queste mascherine sono certificate per le polveri sottili solamente in determinate condizioni ambientali difficilmente riscontrabili in un ambiente esterno e mai utilizzabili in presenza di sostanze in forma gassosa, ciò è facilmente desumibile, anche, dalla stessa scheda del costruttore. A favore della nostra tesi, sulle mascherine, si sono pronunciati:
il Dott. Eugenio Cottone, Presidente dell'Ordine Interprovinciale dei Chimici della Sicilia, con un parere tecnico sulle mascherine fornite ai vigili di Palermo;
Prof. Luigi Allegri, direttore della Scuola di specializzazione di malattie respiratorie dell'università di Milano: "Pensare di difendersi con le cosiddette mascherine antismog è una pia illusione: la trama di questi tessuti ha buchi 100 volte superiori alle dimensioni delle particelle dannose. Gli unici filtri realmente antismog si chiamano Epa, realizzati con materiali altamente tecnologici, ma il loro costo è proibitivo. Si tratta degli stessi filtri usati per le maschere antigas"
Anche il Medico Competente ribadiva che questa mascherina non era sicuramente una risoluzione definitiva del problema, ma era un piccolo aiuto a livello parziale in quanto questa è destinata solo al filtraggio delle polveri sottili e non ad altre sostanze presenti nell’aria. Lo stesso medico conveniva con le nostre segnalazioni quando hanno denunciato che dette mascherine non potevano essere indossate con obbligatorietà e che l’indosso non fosse demandato all’arbitraria decisione dell’agente operante, ma che quest’ultimo fosse informato sulle modalità d’uso.
Alla richiesta se queste mascherine fossero considerate dei DPI qualcuno dei tecnici in sala ha detto: no le mascherine non sono DPI. E lo ha detto giustamente in quanto se fossero DPI si prefigurerebbe l'obbligatorietà. Obbligatorietà contestata in maniera ufficiale dal medico competente stesso, che ne limitava l’uso solo nei casi in cui c’era un sovraccarico di smog, quindi temporaneamente.
Lo stesso medico ribadiva, a conferma di ciò, che i filtri delle mascherine sono soggette a saturazione e quindi devono essere cambiate spesso.
In pratica queste mascherine stanno cominciando a farci un po di pena. Prima difese a spada tratta, ora bistrattate da tutti, additate, ma ultimamente distribuite in maniera massiccia tra tutto il personale.
Il Comandante ha poi invitato tutti a collaborare ognuno per la propria competenza, aggiornando un altro tavolo tecnico per il 15 ottobre 2008 sempre alle ore 10.00.
E la storia continua .............
CiccioSpena (RSU del Comune di Palermo)

lunedì 29 settembre 2008

Delegazione Trattante del 29.09.2008




Oggi purtroppo si è conclusa una pagina poco bella per la Polizia Municipale.
Come saprete si è svolta la delegazione trattante in Via del IV Aprile Palazzo Palagonia con argomento: Chiusura della concertazione sull’articolazione di servizio.
Ebbene per noi il problema era risolto. Devo fare un passo indietro perché probabilmente ad alcuni manca un passaggio. La settimana scorsa, in delegazione trattante, il collega Chianello ha evidenziato che da alcuni calcoli, fatti in maniera sommaria, alla Polizia Municipale bastavano soltanto 295.000 euro circa per coprire il buco sino a fine anno e così assicurare l’indennità di turnazione a tutto il personale, senza effettuare tagli a nessuno. Abbiamo controllato questi conti e anche a noi risultava eccessiva la richiesta del Comando che risultava essere di 400.000 euro. A questo punto il Comando rifaceva i calcoli ed in effetti il fondo necessario risultava essere di 280.000 euro. Quindi da alcuni giorni si tirava un sospiro di sollievo per il pericolo scampato. Quindi ci siamo presentati in delegazione trattante convinti che tutto era risolto. Invece abbiamo avuto una amara sorpresa. Il Dr. Maneri esordiva dicendo che a seguito di una verifica sulla turnazione della Polizia Municipale e dopo che quest’ultima rimodulava la richiesta nella misura di 280.000 euro, l’Amministrazione Comunale chiude la concertazione comunicando quanto deciso. In parole povere a tutto il personale della Polizia Municipale si consentirà la turnazione ad eccezione degli appartenenti al Reparto Affari Generali e Verbalizzazioni. Gli unici uffici a turnare di questo Reparto saranno l’Autoparco ed il Magazzino Vestiario e Armeria. Il personale che subirà il taglio della turnazione effettuerà 35 ore settimanali e non effettuerà più servizi durante i festivi infrasettimanali. Per i servizi domenicali essi verranno pagati con l’ex art. 24 cioè con la maggiorazione prevista dal contratto. Per i servizi di sabato questi invece saranno retribuiti secondo la vigente produttività. A queste parole siamo caduti dalle nuvole non riuscendo a capire cosa stesse accadendo. Ci siamo guardati increduli cercando di scorgere nell’altra persona una spiegazione a tali conclusioni. In definitiva circa 170 colleghi dovranno rinunciare a 120 euro circa al mese sino a dicembre. Immediatamente le varie sigle sindacali hanno fatto verbalizzare l’abbandono della sala e la conseguente rottura del tavolo delle trattative. Le motivazioni sono state quasi tutte le stesse: l'assenza del Direttore Generale, del Ragioniere Generale, e delle altre alte figure dell’Amministrazione, la constatazione che l’A.C. non intende investire sulla Polizia Municipale. Contestualmente si diffidava l’A.C. ha non utilizzare i fondi delle economie per altri motivi. Uscivano dalla sala CGIL, CISL, UIL, DICAAP, CSA ognuno dopo aver fatto verbalizzare la propria ragione.
Noi prima di abbandonare la sala abbiamo posto alcune domande:
Avete letto la proposta presentata la volta scorsa?
Si l’abbiamo letta.
Cosa non avete condiviso?
Se oggi l’A.C. ha comunicato quanto letto pocansi evidentemente non l’ha condivisa.
Perché l’Amministrazione Comunale visto che servono meno soldi e la differenza è di soli 80.000 euro non ha intenzione di utilizzare le economie disponibili per coprire tale buco?
Perché in previsione del taglio della turnazione per il prossimo anno vogliamo entrare gia a regime da quest’anno e quindi dare un indirizzo chiaro.
A questo punto non essendoci più margini per continuare la trattativa e registrando la chiara intenzione dell'A.C. di non sposare le problematiche dei lavoratori di P.M., anche noi dei Cobas abbandonavamo il tavolo non prima di aver fatto mettere a verbale tre punti chiari:
1. Siamo assolutamente contrari alla proposta dell’A.C.;
2.Chiediamo ancora una volta, con forza, che vengano impegnate le economie per colmare il buco della turnazione;
3. Comunichiamo che indiciamo immediatamente lo stato di agitazione della categoria dandone immediata comunicazione agli organi competenti.

SAPEVANO GIA' TUTTO?

La maggior parte dei sindacalisti che erano presenti in quella stanza già sapevano tutto, tanto che all’unisono hanno in rapida successione, declamato le proprie ragioni e abbandonato il tavolo senza chiedere spiegazioni o evidenziare meraviglia. Alla fine della delegazione trattante le sigle “importanti” hanno fatto brevemente capannello e poi si sono allontanati lentamente.
Abbiamo immediatamente fatto un ragionamento: Secondo noi la nuova articolazione dei servizi, per i colleghi che subiranno il taglio, va a variare il regolamento di attuazione dei progetti di produttività relativi al Corpo di P.M. e quindi questo non può essere fatto unilateralmente così all’improvviso, ma deve avvenire a seguito di concertazione. Ecco che immediatamente abbiamo stilato una richiesta di apertura della concertazione e fatta protocollare in Direzione Generale. Con l'apertura del tavolo di concertazione per 30 giorno si deve stare a bocce ferme e quindi non si potrà procedere a nessun taglio sino alla conlcusione.
Comunque oggi stanno tastando il polso alla P.M.. L'A.C. ha un preciso progetto che sta portando avanti con grande determinazione: Tagliare la turnazione.

Noi dobbiamo volare alti, non ci possiamo limitare a chiedere le piccole cose, dobbiamo avere il coraggio (ed è il momento storico propizio) di chiedere con forza un contratto decentrato solo per l'area di vigilanza e quindi essere scorporati dal restante comparto comunale. Questo sarebbe la fine di tutti i nostri guai. Si parla tanto di paccheto sicurezza e ancora oggi siamo coercizzati da un contratto EE.LL. che ci accomuna ai dipendenti comunali. Chiediamo con forza di avere un contratto specifico per la nostra area. Così come in alcune Polizie Municipali d'Italia. Stiamo avanzando ufficialmente la richiesta. Se vogliamo la stessa cosa uniamo le nostre forze e gridiamolo insieme.A pesto CiccioSpena

domenica 28 settembre 2008

Regione, bufera parentopoli. Udc annuncia una legge


Polemiche e proteste sulle assunzioni negli staff degli assessorati regionali. L´Udc propone di vietare l´ingaggio degli esterni negli uffici di gabinetto, il governatore Lombardo grida al complotto mediatico
di Emanuele Lauria

Al terzo giorno esplode la bufera politica, nella vicenda della parentopoli siciliana, mentre si moltiplicano - sono centinaia - i messaggi di protesta per le assunzioni eccellenti negli uffici di gabinetto della Regione. Il caso era stato sollevato da Ugl e sindacati autonomi che avevano denunciato la presenza tra i "privilegiati" della figlia dell´assessore alla Presidenza ed ex magistrato Giovanni Ilarda (che si è dimessa). Ma il tappo è saltato e sono stati tirati in ballo altri parenti di diversi esponenti delle istituzioni.A surriscaldare l´atmosfera, già rovente per i volantini distribuiti nei corridoi dei palazzi dai sindacati che ieri hanno reiterato la richiesta di dimissioni di Ilarda (definito il Brunetta siciliano), sono stati gli articoli di Repubblica che tra i componenti degli staff degli assessori regionali ha citato tra gli altri, la sorella del presidente del Senato, Renato Schifani, e la cugina del Guardasigilli Angelino Alfano.L´ufficio stampa di Palazzo Madama afferma che quella di Rosanna Schifani, inquadrata il 6 giugno scorso nella segreteria tecnica dell´assessore alla Famiglia Francesco Scoma, non è una "promozione". «La sorella del presidente, laureata con lode, avendo superato nel 1991 un concorso pubblico regionale per esami di fascia C, rimane tutt´oggi in tale fascia». La nota non ricorda che la signora Schifani, in qualità di membro dello staff di un assessorato, ha un´indennità suppletiva di circa 14 mila euro lordi annui. Però rinuncia agli straordinari, è la replica che giunge da fonti vicine al presidente.Anche il ministro Alfano liquida seccamente la vicenda: «Parentopoli non mi riguarda. La dottoressa Viviana Buscaglia (la cugina, ndr) - dice il ministro - non era una disoccupata in cerca di lavoro e di favori. Non era una "esterna"». Ma il capo di gabinetto dell´assessorato all´Agricoltura, nel cui staff è stata assunta a contratto la Buscaglia, conferma che si tratta di una insegnante in aspettativa.
Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha chiesto all´Avvocatura dello Stato di procedere per vie giudiziarie in difesa dell´immagine della Sicilia, perché è in atto «una manovra politico-mediatica» che mirerebbe, a suo parere, a screditare l´Isola nel pieno del confronto sulla riforma federalista: la Regione siciliana è impegnata a trattare il trasferimento delle accise petrolifere, un affare da 7-8 miliardi di euro all´anno. L´Udc difende Ilarda, con il segretario regionale Saverio Romano: «È evidente che dietro l´attacco nei confronti di Giuliana Ilarda, figlia dell´assessore e colpevole solo di essere una valida professionista, si cela un attacco trasversale nei confronti del magistrato che ha intrapreso un efficace percorso di trasparenza e di semplificazione nell´amministrazione regionale». Ma l´Udc ha presentato un disegno di legge, primo firmatario il capogruppo Rudy Maira, che prevede l´abolizione delle indennità per i componenti degli uffici di gabinetto e la chiusura a qualsiasi assunzione esterna negli staff. «Invitiamo tutti i deputati, di maggioranza e di opposizione, a firmarlo. Così vedremo chi è favore della modernizzazione e chi no».Ieri è scesa in campo l´opposizione: «La casta siciliana non ha ritegno - accusa il capogruppo alla Camera dell´Italia dei Valori Massimo Donadi - Quanto denunciato da Repubblica è uno scandalo. Lo Stato non deve più sostenere il folle clientelismo siciliano, per questo chiediamo al governo di prendere provvedimenti immediati e di non rimborsare tutti i pagamenti a piè di lista richiesti dalla Regione». Il Pd, con il segretario regionale Francantonio Genovese, allude alla «beffa della chiamata diretta presso gli uffici di gabinetto dei parenti di noti esponenti del centrodestra: una goccia di veleno nel mare delle circa quattromila assunzioni senza concorso. È la conferma del fatto che con questo governo per i tanti preparati e competenti giovani siciliani in questa regione non ci sarà futuro». E i democratici hanno presentato una mozione all´Ars, firmata da Filippo Panarello, che «impegna il governo regionale a precludere qualunque rapporto di lavoro per chiamata diretta per soggetti fino al terzo grado di parentela con membri del governo regionale, parlamentari regionali e nazionali». I sindacati Ugl, Cobas, Sadirs e Siad dal canto loro rilanciano, reiterando la richiesta di dimissioni di Ilarda e respingendo «con forza ogni tentativo di strumentalizzazione politica di una vertenza dal carattere squisitamente sindacale».


Emanuele Lauria (giornalista -La Repubblica) - http://www.repubblica.it/

sabato 27 settembre 2008

Siamo veramente liberi? (di CiccioSpena)

Quante volte abbiamo sentito dire e magari lo abbiamo detto anche noi “lo ha detto la televisione”. Questo è lo specchio di cosa siamo diventati. Questo straordinario, ma infernale arnese ha cambiato il modo di essere. Purtroppo di ciò ne sono convinti anche chi gestisce questi media e ancor di più ne sono convinti i potenti della terra. Se a questo potere aggiungiamo anche quello della carta stampata abbiamo fatto bingo. Siamo in una realtà dove non sappiamo più cosa è reale e cosa è finzione. Controllano le informazioni a qualunque livello e gestiscono le nostre vite. Un po’ pessimistica come visione, ma sono convinto che questo avviene. Una volta ho sentito una cosa che mi ha fatto rabbrividire, da parte di un famoso omino:” se un fatto, che è accaduto veramente, non viene menzionato, quel fatto in effetti non è mai accaduto”.
Aveva perfettamente ragione. Noi siamo sicuri che tutta l’informazione che ci viene propinata dai media sia veritiera? Abbiamo molte volte giudicato una rete televisiva, un giornale di essere filogovernativo o partitico o fazioso, perché probabilmente lo ha esternato in maniera palese, ma il fatto più raccapricciante è che non esiste una informazione vera e obbiettiva. Non potremmo mai sapere le vere cause ed il vero svolgimento dei fatti di cronaca più eclatanti. Ovviamente mi riferisco per esempio all’11 settembre, ai crolli delle borse, alla ricerca sperimentale sulla medicina, alle varie politiche nucleari, alla globalizzazione commerciale. Tutto quello che noi sappiamo su questi argomenti è quello che i potenti vogliono farci sapere. Non potremmo mai capire come si sono svolti i fatti o ancor di più le ragioni che li hanno provocati.
Sono convinto che i grandi accadimenti non avvengo così per caso, ma sono studiati a tavolino dai cosiddetti uomini potenti o meglio ancora da coloro che operano dietro le quinte. Perché tutto questo? Semplice per il potere e il denaro. Mi sono sempre chiesto se dietro i grandi sconvolgimenti ci sia una regia occulta, con l’intenzione di distogliere l’attenzione da avvenimenti o da direzioni importanti. D'altronde è una delle lezioni di base del prestigiatore, catturare l’attenzione dello spettatore in un punto lontano da quello dove avverrà il trucco. Quanto succede è una precisa strategia degli uomini dietro le quinte.
Non vogliono che i nostri figli siano molto istruiti, non vogliono che noi pensiamo troppo ed ecco che il nostro mondo è pieno di divertimenti, di spettacoli, di trasmissioni televisive che ci bombardano con falsi ideali che ci inculcano mode inutili, modi di pensare e altro ancora. Questo per impegnarci le menti e per evitare di intralciare la strada degli uomini potenti. C’è gente che decide per noi e noi non lo sappiamo. Lo scopo principale è quello di impedirci di sviluppare un pensiero critico, in modo da non dover subire una inevitabile violenza, ma chiedere noi stessi di essere violentati. La paura e la divisione hanno indotto la manipolazione sociale e questo è servito ad allontanare definitivamente la gente dalla loro idea di realtà e di potere. Una evoluzione che continua da millenni, la religione, la razza, la patria, la classe e qualsiasi altra, ingiusta, forma di identificazione separatista; tutto questo è servito a creare una popolazione controllata, del tutto malleabile, nelle mani di poche persone. Le collettività saranno facilmente tenute in regime di schiavitù sino a quando non la smetteranno di separarsi da tutto ciò che gli sta intorno “Dividi e impera”. Il giorno in cui le persone prenderanno coscienza della loro forza individuale questo sistema, artificiale, comincerà a vacillare, diventerà instabile e incontrollabile sino alla sua distruzione. Quello che ci ha continuamente fregato è il fatto che siamo da sempre stati abituati ad evidenziare le diversità individuali , catalogare le persone, inserirle in una graduatoria virtuale e personale e quindi separarle da noi stessi. Uno degli esperimenti che faccio spesso (e questo mi sorprende ogni volta) è il fatto di trovarsi a contatto con un’altra persona ed accorgersi di quante assonanze ci siano, invece di percepire le diversità. Assaporare la complicità di condividere insieme gli stessi valori, vivere le stesse emozioni o semplicemente comprendersi.
Quando il potere dell’amore supererà l’amore del potere, il mondo conoscerà la pace (Jimi Hendrix)
In definitiva i nostri veri nemici siamo noi stessi. Non capendo che in natura niente e' immutabile e che nelle nostre stesse societa' e' insito il cambiamento, rimaniamo rigidi nei nostri ideali, attaccati ai nostri orticelli, paghi del nostro "andare contro" lasciandoci cosi', invece, manovrare e facendo il gioco di pochi potenti.





Antifascismo: la propaganda antisemitica nel periodo fascista

Il periodo fascista è stato caratterizzato da una propaganda antisemitica in cui si sosteneva in linea generale il razzismo. In questa propaganda si collocavano due organi decisionali in materia di razzismo: l’Ufficio Razza del Ministero della Cultura Popolare e la Demorazza del Ministero dell’Interno, oltre al GUF, che dipendevano direttamente dal Partito Nazionale Fascista.
Attraverso questi mezzi veniva propagandato l’antisemitismo, ognuno diffondeva le proprie idee di razzismo.
In questo periodo si susseguirono diversi scontri fra gli uffici decisionali della propaganda antisemita che evidenziano come i personaggi coinvolti nella propaganda antisemita erano fra loro spesso in contraddizione.
All'epoca, di rilievo il sabotaggio degli uffici decisionali a due riviste appena nate: Il diritto razzista di Stefano Maria Cutelli e la rivista Sangue e Spirito di Julius Evola, considerate dannose e fuori luogo.

La propaganda aveva il fine di acquisire consensi nell'alterare le coscienze degli italiani, rispecchiava chiaramente ciò che stava avvenendo in Germania: riuscire ad associare nelle menti della gente comportamenti di assoluta atrocità a giuste cause per il bene di ciò che era più caro: financo si associò l'ebreo al diavolo o al pedofilo che insidia i nostri figli e violenta le nostre donne.

Le riviste predisposte alla propaganda antisemita, dal 1938 al 1943, sono state:

- La difesa della razza;
- Razza e Civiltà;
- Il diritto Razzista;
- Il problema ebraico;
- Razzismo;
- Razza.
Ognuna con le proprie ragioni, ed in misura diversa, hanno assolto al loro compito: propagandare l’antisemitismo.

mercoledì 24 settembre 2008

Mancano i soldi, il Comune toglie i vigili dalle strade. di Sara Scarafia


Ottantadue agenti in meno sulle strade in un anno e mezzo. Dodici sono andati in pensione, settanta invece hanno richiesto e ottenuto il trasferimento per motivi di età. Il comando di polizia municipale è allo sbando: ogni giorno per strada ci sono al massimo 80 vigili che si dividono su tre turni e devono presidiare tutta la città. Un numero che adesso rischia di affievolirsi ancora: ieri i sindacati dei vigili urbani hanno incontrato il comandante della polizia municipale Nunzio Purpura e il dirigente dell´ufficio Sviluppo organizzativo del Comune Sergio Maneri. Oggetto dell´incontro il fondo di turnazione: Palazzo delle Aquile ha le casse vuote e non ha fondi sufficienti per garantire al corpo di polizia municipale i 400 mila euro necessari a rimpinguare il fondo di turnazione, quei soldi cioè, circa 140 euro al mese in busta paga, che ogni vigile urbano percepisce per lavorare in base ai turni, cioè un giorno di mattina, un altro di pomeriggio, una volta di sera e un´altra di notte. Senza questi fondi, a partire dal primo ottobre, buona parte degli agenti lavorerà solo di mattina. E tantissimi servizi saranno dimezzati. «Il comandante ha proposto che dal primo ottobre 170 agenti lavorino solo di mattina - dice Gianfabio Monacò, dei Cobas della polizia municipale - un taglio inaccettabile che comporterebbe la compressione di tantissimi servizi alla città. I soldi per pagare la turnazione ci sono: circa 700 mila euro che l´amministrazione ha risparmiato sul personale l´anno scorso ma che adesso vuole inspiegabilmente conservare». Intanto il numero degli agenti sulle strade si riduce sempre più. «Quando ci sono quaranta agenti per turno è già un miracolo - dice Michele Chianello della Cgil - abbiamo detto chiaramente che non siamo disposti ad accettare nessun taglio sulle indennità di turnazione. Sia il comandate che Maneri ne hanno preso atto e ci hanno riconvocato per lunedì prossimo».
Purpura spera che si possa arrivare a un accordo. «Purtroppo le risorse sono poche - dice - ma sto cercando di fare il possibile per ridurre i disagi. Le 170 persone che non lavorerebbero più su turni, sono dentro agli uffici per salvaguardare la presenza di agenti per le strade». Che sono comunque ridotti a lumicino. «Conto molto sugli lsu - continua il comandante - tra i bandi per la stabilizzazione che hanno già pubblicato c´è anche quello per 350 vigili urbani».Ma anche se attraverso i precari si riuscissero a coprire tutti i posti messi a bando, i nuovi caschi bianchi non arriverebbero in strada prima del 2009. I vigili del resto non sono soltanto pochi. Sono anche senza mezzi. Almeno fino a oggi. All´autoparco già da più di quindici giorni ci sono 35 nuove Punto e otto furgoni destinati al settore Infortunistica che da mesi, rimasto senza mezzi, è stato costretto a utilizzare le utilitarie per garantire i servizi. Le nuove autovetture e i nuovi furgoni, però, non sono ancora stati messi in strada. Il motivo? Si aspetta la presentazione ufficiale alla presenza del sindaco Diego Cammarata. Inizialmente prevista per oggi, è stata rinviata probabilmente a domani. «Non appena li presenteremo saranno subito utilizzati», assicura Purpura.
(23 settembre 2008)
Articolo pubblicato da Sara Scarafia (giornalista) su Repubblica

lunedì 22 settembre 2008

Comune di Palermo: Delegazione Trattante del 22 settembre 2008

Alla delegazione trattante di oggi pomeriggio si è parlato in pratica solo della mancanza di fondi per il pagamento della turnazione della Polizia Municipale. Si è ricordato che già a giugno si è bene evidenziato questo buco e che le somme disponibili non sarebbero bastate a coprire tutto il 2008. A questo punto, a seguito della comunicazione da parte dell’A.C. che non avendo la disponibilità economica richiedeva al Comandante una rivisitazione dei servizi del Corpo di P.M., il Comandante ha formulato una proposta: dal primo ottobre 2008 il Reparto Affari Generali e Verbalizzazione non effettuerà più servizi in turnazione, ritenendo ciò possibile in quanto questi uffici svolgono prettamente lavoro amministrativo e non operativo. E, quindi questi potranno continuare a funzionare senza flessioni produttive. Sono esclusi l’autoparco e il magazzino armeria che continuerebbero a turnare. In pratica il Comandante ha detto di privilegiare i servizi operativi disagiati, anche perché sono quelli che svolgono un servizio diretto al cittadino. Ha anche ribadito che non è per niente felice del fatto che circa 170 colleghi percepiranno 120 euro meno al mese, ma è una scelta dolorosa a seguito di precise disposizioni da parte dell’A.C. e che Lui è costretto ad adeguarsi alle indicazioni della parte politica. E' chiaro che ad una diminuzione delle somme corrisponderà una diminuzione di servizi.
Così facendo si potrebbe diminuire l’incremento da parte dell’A.C. che con 320.000 euro riuscirebbe a coprire il buco sino alla fine dell’anno.
Tutti i vari interventi delle varie sigle sindacali sono stati diretti alla non accettazione di questo stato di cose e che queste si trovavano in totale disaccordo con l’A.C. che continua a prevedere tagli, ma allo stesso tempo richiede sempre più servizi, soggetti a turnazione, alla Polizia Municipale. Chi più, chi meno ha evidenziato il fatto che non è accettabile penalizzare economicamente alcuni lavoratori preannunciando, quindi, battaglia.

A dire il vero non ci sono state delle vere e proprie proposte da parte dei sindacati , ma solo un coro unanime di disapprovazione.
Noi abbiamo presentato la seguente proposta:


Devo anche dire che siamo stati gli unici a richiede espressamente l'intero utilizzo delle economie per il 2008.

Aggiornamento a Lunedì prossimo alle ore 15.00 sempre a Palazzo Palagonia in Via del IV Aprile, 4. Terzo Atto.



domenica 21 settembre 2008

Contro la riforma Brunetta i Vigili di Palermo ricorrono a misure di autodifesa: avviati corsi di Difesa Personale


Negli ultimi anni si è molto discusso, sulla formazione del Poliziotto Municipale e di questa si è solo presa in considerazione la classica formazione professionale relativa ai vari Codici, Regolamenti ecc…
(La formazione che è stata messa in atto dall’Amministrazione Comunale in questi ultimi tempi, sarà oggetto di un prossimo articolo, in quanto abbisogna di una attenta analisi).
Abbiamo da sempre auspicato anche una formazione fisica. Una formazione che ci fornisse i fondamentali per affrontare eventuali situazioni critiche riguardanti la difesa personale. E Dio sa quanto sia utile ai giorni d’oggi.
Ma evidentemente ad alcuni è da sempre sembrata superflua.
Addirittura ricordo che l’anno scorso abbiamo sfiorato questa impresa, con un Corso approvato dall’Amministrazione Comunale, con tanto di finanziamento e poi, non si sa per quale motivo, è abortito.
Ebbene da alcuni giorni è diventato realtà. Un corso nato con caparbietà, contro mille difficoltà, quasi una sfida alla dilagante devastazione che vige negli ambienti lavorativi. Infatti il Corso è a costo zero e forse per questo ha potuto registrare l’approvazione dell’Amministrazione Comunale. Non sono previsti rimborsi di nessun genere, si adopera una palestra comunale e si utilizza il sapere di colleghi che lo mettono a disposizione degli altri (Però, almeno un minimo di materiale l’Amministrazione lo poteva fornire). E’ chiaro che si tratta di colleghi con grande professionalità in materia e con tanto di abilitazioni varie. Insomma dei veri maestri. Il risultato è sicuramente di qualità sia dal punto di vista formativo che aggregativo e comunicativo. E’ proprio di questi ultimi aspetti che il Corpo di Polizia Municipale ha bisogno: sentirsi vicini, essere ascoltati, evadere dalla routine quotidiana fatta di vessazioni e di grigiume, una boccata d’ossigeno, una pedana su cui slanciare l’entusiasmo. Dico questo perché sono andato a trovare i corsisti ed i loro insegnanti e ho potuto raccogliere le impressioni che sono state estremamente positive. Colleghi con tanta voglia di imparare e di muoversi. Sono queste iniziative che fanno bene a tutto l’ambiente.
Però, ahimè, devo constatare che a fronte di tutto questo c’è, in atto, il tentativo di una parte (malata) del Corpo che per invidia, per interessi o per il solo piacere di distruggere la piantina che sta nascendo, cerca di soffocare questo Corso. Non permettiamo che questo avvenga, difendiamolo e facciamo di tutto affinché iniziative come questa si moltiplichino ed abbiano il successo che meritano. Gettiamo il marciume che abbiamo dentro di noi e votiamo le nostre menti a principi più costruttivi e seri.
Concludo, con un GRAZIE grande grande, agli insegnanti che, con enorme altruismo e senza secondi fini, erudiscono i colleghi in forma gratuita.
(Nelle varie palestre cittadine se vuoi imparare, queste persone le devi pagare).
Non vedo l’ora di passare sotto le loro mani, spero solo non mi facciano male.

CiccioSpena (RSU del Comune di Palermo)





giovedì 18 settembre 2008

17 OTTOBRE 2008: SCIOPERO GENERALE A ROMA

Lo sciopero è a sostegno della piattaforma che le tre organizzazioni sindacali di base hanno unitariamente consegnato al governo il 20 giugno scorso e che prevede:

- forti aumenti per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica - rilancio del contratto nazionale - difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all'istruzione;

- abolizione delle leggi Treu e 30 - continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e sociale;

- sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali;

- lotta al razzismo che nega diritti uguali e scarica sui migranti il maggior peso sociale;

- restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare - pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori - difesa del diritto di sciopero.

La trattativa in corso tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil per svuotare il contratto nazionale di lavoro, l’affondo del governo sulle privatizzazioni, la profonda crisi salariale che vivono i lavoratori e le loro famiglie, il dilagare della precarietà, il tentativo di smantellare definitivamente la pubblica amministrazione anche attraverso l’attacco ai lavoratori pubblici ed i tagli al personale della scuola e della sanità, il razzismo diffuso a piene mani, i rinnovati venti di guerra, ci fanno prevedere un autunno in cui il confronto tra mondo del lavoro, padronato e governo dovrà essere all’altezza della sfida mobilitando lavoratrici e lavoratori per difendere quanto sin qui acquisito con le lotte e per conquistare salario e nuovi diritti.


mercoledì 17 settembre 2008

Comune di Palermo: delegazione trattante del 15-09-2008

Cari Colleghi e Amici
ho potuto notare la presenza massiccia di colleghi intervenuti alla delegazione trattante, talmente massiccia che è stato necessario far intervenire gli operai del Comune, abbattere alcuni muri della sala per il montaggio di due ordini di gradinate per poter accogliere, tutti i presenti. La delegazione trattante si è tenuta a Palazzo Palagonia. Orario prefissato 15.00. Alle ore 15.15 si presentano Dr. Maneri e Calandriello insieme alla segretaria ed un altra persona che non so chi sia.
Alle ore 15.20 il Dr. Maneri esternava: Ma vedo che manca la CISL.
Sino alle ore15.45 c'è un gran caos, abbracci e baci fra tutti. (forse perchè ci si rivede dopo le vacanze)
Atmosfera allegra e rilassata. Arriva anche la CISL.
A me veniva di spaccare tutto per l'assoluta normalità con cui si trattano problematiche economiche in particolar modo perchè da ottobre ci sarà la fine della turnazione.

Si comincia
Maneri: Oggi riprendiamo la contrattazione relativa al 2008 (forse ho qualche problema, ma non siamo già alla fine del 2008?). Per riassumere avevamo un accordo precedente in cui tutti voi avevate chiesto di eliminare le economie che ammontavano a circa 2.600.000 euro da utilizzare nel 2007 e per il 2008 era prevista sempre di concerto con voi una riduzione del fondo. Poi si andò in proroga per i primi quattro mesi dell'anno e successivamente si emanò una nota in cui si andava ulteriormente in proroga in quanto ci siamo resi conto che le economie riuscivano a coprire tutto il 2008. Bisogna ricordare che a maggio di quest'anno si è verificata una riduzione del fondo della turnazione di circa 400.000 euro, tanto che il Comandante aveva stilato un programma di riduzione dei servizi turnanti per rientrare nella somma disponibile. A seguito abbiamo avuto una riunione in prfettura dove si è deciso di aprire un tavolo di contrattazione per la questione. Rimaneva fermo che se non ci saremmo accordati sarebbero scattati ugualmente i tagli della turnazione. Oggi presenteremo una proposta che parte dalle previsioni previste per il 2009. Nella proposta vi sono tre punti importanti che rappresentano le intenzioni dell'A.C.
Il primo è quello della necessità di coprire il buco del 2008, il secondo quello di creare un fondo che non permetta più di generare economie, il terzo la turnazione.
Sull'incremento contrattuale bisogna dire che erano previsti due aumenti uno obbligatorio e l'altro facoltativo. Per quello obbligatorio l'A.C. impegnerà circa 700.000 euro su quello facoltativo invece risponde che non ci sono soldi e quindi l'indirizzo politico di questa A.C. è quello di non aderire a questa possibilità. (Ma cosa da matti! Quasi quasi lo avevo immagginato prima che il Dr. Maneri ce lo comunicasse. Sto sviluppando poteri sovrannaturali?).
Per quanto riguarda la proposta: la costituzione del fondo rispetta i parametri previsti nel contrattto ed in più rispetto a prima vi sono 800.000 euro per l'incremento contrattuale obbligatorio.Nel fondo previsto per il 2009 vi sono circa 2.455.000 euro per la stabilizzazione degli LSU che l'A.C. prvede di effettuare (come pubblicazione dei bandi) entro la fine dell'anno. E' da puntualizzare che saranno stabilizzati a 22 ore settimanali e che ne entreranno in servizio entro la fine dell'anno 2008 circa 1500 - 1600 circa.Per il 2008 il fondo prevede 865.000 euro circa provenienti dalle economie del 2006 e 1.700 euro circa provenienti da economie generate nel 2007. Queste economie sono quelle\ somme che ci hanno consentito di andare a coprire il buco e di andare in proroga sino ad oggi. In più ci rimangono circa 768.000 euro circa che saranno utilizzati nel 2009 per l'incremento obbligatorio contrattuale. A seguito della stabilizzazione degli LSU vi sarà un incremento del fondo in quanto questi LSU saranno come delle vere e proprie assunzioni e quindi un aumento del personale.
Calandriello: Per il 2009 c'è un ragionamento da fare da 2 - 3 anni viene richiesto di spendere tutto durante l'anno in corso . Abbiamo visto che vi sono somme che non si spendono ogni anno come per esempio le progressioni orizzontali 597.000 euro circa e l'indennitò di comparto 150.000 euro circa e queste somme possono andare ad incrementare la spesa per il 2009 anzicchè averle sempre bloccate. L'utilizzo di queste somme è chiaro che verrà deciso di anno in anno di concerto con i sindacati. Anche sull'indennità di rischio e sulla indennità notturna si generano economie in quanto ogni anno si spendono circa 20.000 euro a monte di 70.000 previsti. In pratica si generano circa 1.064.000 euro che dobbiamo decidere insieme come spendere nel 2009 (687.000 euro sarebbero ulteriori risorse e 377.000 euro sarebbero economie che derivano dal 2007 e da utilizzare una-tantum).

A questo punto vi sono stati i vari interventi delle varie sigle sindacali i quali foglietto alla mano hanno contestato ora questa riga ora quella riga. insomma chi diceva che questo prospetto faceva schifo, chi diceva che era inaccettabile e via discorrendo. Insomma sembrava quasi un muro di gomma dove le parole sembravano rimbalzare di qua e di la.

Una cosa è certa che l'A.C. su un incremento dello 0.9% del fondo che era previsto ha applicato solo lo 0.6%.

A questo punto vi trasmetto la proposta dell'A.C. in modo che ognuno di Voi potrà farsi un'idea.


La delegazione trattante è stata aggiornata a Lunedì prossimo alle ore 15.00.

Siccome vi sono pochi posti vi prego di non presentarvi in massa altrimenti non riusciremmo a seguire bene i lavori del tavolo.

A presto CiccioSpena

martedì 16 settembre 2008

Triplice? Anche se li conosci non li puoi evitare

Clicca sull'immagine per ingrandire

fonte dell'immagine da:
La Repubblica


Scusate alcune domande:
  1. Ma i Sindacati non dovrebbero fare gli interessi dei lavoratori?
  2. Se la triplice non rappresenta i lavoratori perchè siede al tavolo delle trattative per decidere la vita di questi ultimi?
  3. Meno male che al Comune di Palermo questo non succede.

CiccioSpena (RSU del Comune di Palermo)

giovedì 11 settembre 2008

passaparola

E POI CI ACCOMUNANO AI COMUNALI. (riflessione di un vigile urbano)

L'assoluto silenzio, il tepore corporeo, la rilassatezza del corpo e dello spirito: il buio.
Il suono fastidioso di una sveglia.
Ecco, che comincia un'altra giornata: ore 05.30.
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.
Come un ladro infilarsi le ciabatte e trascinarsi in bagno, con cura per non disturbare chi ancora dorme.
Vestirsi, prepararsi la borsa di lavoro e via.
Oddio un contrattempo.
Come faccio ad arrivare in autoparco all'interno della tolleranza di 15 minuti?
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.
Un rapido sguardo all'ordine di servizio e lo smog ci attende con il suo caloroso abbraccio avvolgente.
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.
Acqua, vento, sole, caldo, freddo, sabato, domenica, feste, sempre lì ad affrontare il fiume di lamiera che scorre lento, inesauribile e inarrestabile. Ma era proprio questo quello che volevo fare, da grande?
Ma si, in fondo sono i primi tempi, la cosiddetta gavetta, poi cambierà.
"Povero illuso, passerà tanto di quel tempo che non ti farai più la stessa domanda."
"Ti abituerai o, meglio, ti faranno abituare."
Sono allo stremo delle forze, mi brucia il naso, ho le gambe pesanti , quasi quasi mi seggo un attimo . . . No! Non posso!
Ho un atteggiamento formale da rispettare perché mi guardano tutti. Cittadini e sovraordinati.
Che bello, un Regolamento tutto per Noi.
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.
Ma cosa vuoi che sia, è un lavoro come tutti gli altri come quello di un qualunque impiegato comunale. Il tuo carico di lavoro, la tua bella programmazione e . . . mi viene quasi da piangere!
Siamo attori del teatro dell'improvvisazione ogni giorno un copione non scritto, l'incertezza, la non staticità degli eventi.
Bello e affascinante, ma alla lunga stancante e logorante.
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.
Per fortuna che è finita la giornata.
Una cosa è certa, come sempre ho accresciuto la quantità di veleni ed inquinanti all'interno del mio corpo.
L'immagine riflessa del mio corpo non corrisponde al mio, essa raffigura un rapido invecchiamento non voluto.
E lungo la rampa, divise in movimento con dentro uomini e donne mortificate da andamenti lenti e compassati, da fazzoletti anneriti, dalla rassegnazione che ci cammina accanto.
Grigio è il colore che riesco a scorgere, grigio è il colore delle mie scarpe. Proprio in cima alla rampa vengo attratto da una luce.
Mi volto e una macchina come tante altre entra in autoparco.
Lucida, nuova, pulita con dentro uomini freschi, asciutti, sorridenti e multicolori, tranne uno: Il grigio.
Oddio i Dirigenti!
Ma allora è vero che non siamo abbandonati.
Voglio sentire, ho tanta voglia di entusiasmarmi.
Bla, bla, bla, bla, bla e ancora bla.
Qualcuno mi bussa alla schiena e mi dice: su, si è fatto tardi, andiamo a casa.
E' la rassegnazione che mi cinge le spalle e con lei lentamente mi allontano.
Chissà se un giorno troverò il coraggio di colorarmi almeno l’anima.
E poi ci accomunano agli impiegati comunali.


(Lo spunto per questa riflessione mi è venuta in mente un sera quando uscendo dall'autoparco della Polizia Municipale ho visto la figura di una collega che con andamento stanco si avvicinava alla sua autovettura per fare rientro a casa. Ebbene l'aspetto quasi claudicante a certificare la fine di una giornata pregna di stress e di fatica mi faceva vedere oltre. A volte anche chi ti sta vicino non riesce a capire quanta sofferenza ci sia nell'affrontare una giornata di lavoro, così come la vive chi lavora in strada. Soltanto chi prova sulla propria pelle si rende conto. Ho sciupato troppo tempo a non vedere, ma sono fortunato a vivere, anch'io, queste esperienze da ormai 4 anni. Con questo mio scritto, probabilmente, non desterò le coscenze, ma posso giurare che mi impegnerò con tutte le mie forze, affinchè le condizioni lavorative possano essere migliorate.)
CiccioSpena (RSU del Cumune di Palermo)

La fase 2 di BRUNETTA : LA CAROTA


fonte dell'immagine da: http://gavavenezia.blogspot.com/



Non soddisfatto di aver umiliato l’intera categoria dei lavoratori pubblici, non contento di aver diffuso dati palesemente truccati sul presunto calo dell’assenteismo nel settore pubblico, l’infaticabile Ministro Brunetta ha deciso di tendere la mano con una carota: ed ecco la pubblicazione sul sito del Ministero della Funzione Pubblica di un documento dal titolo emblematico “Non solo fannulloni” che, udite, udite, lancia un concorso per premiare le amministrazioni “virtuose”. Una sorta di sperimentazione, come precisa il documento, per introdurre elementi di valutazione e premialità da inserire nella nuova tornata contrattuale.
La geniale trovata fa da preludio alla tanto sbandierata fase 2 della campagna contro i dipendenti pubblici: premiare i dipendenti più meritevoli e nascondere i problemi della pubblica amministrazione dietro sportelli di ascolto dei cittadini/clienti che attraverso campagne di stampa e notizie manipolate apriranno la strada a nuove privatizzazioni.
E poi, come sarà possibile premiare il personale “meritevole” quando il D.L. 112 taglia le risorse per la contrattazione di secondo livello???
La verità è che il Ministro Brunetta non ha la minima cognizione di come si lavora nel settore pubblico: non riesce mai a chiarire a cosa sarebbe correlata e come verrebbe misurata quell’ efficienza e quella produttività della P.A. che va ripetendo in giro a mò di spot elettorale (nel frattempo non si dice che in interi settori della P.A. la produttività cresce ogni giorno se pensiamo ai servizi erogati con sempre meno personale).
La verità è che per rendere efficiente la P.A. sarebbe necessario investire risorse e non tagliarle, assumere personale e non reiterare il blocco del turn over, stabilizzare i precari e non metterli alla porta dopo anni di lavoro.
E allora la carota di Brunetta consiste nel portare a compimento lo smantellamento del settore pubblico e premiare i più meritevoli, significa non aumentare il salario (considerati appunto i tagli alla contrattazione decentrata), ma ridurlo, scatenando una guerra tra i lavoratori pubblici in nome di una falsa meritocrazia.
Il Governo ha in realtà un unico obiettivo: rendere inefficienti interi settori della P.A per giustificare processi di privatizzazioni e regalie ai privati amici.
Nel frattempo le risorse stanziate dal governo e dal magnanimo Ministro Brunetta per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici italiani (le cui retribuzioni sono già le più basse d’Europa) ammontano ad 8 euro lordi per il 2008 e 65 euro lordi per il 2009: mentre i beni di prima necessità (pane, pasta e latte) aumentano del 30%.
Taglio delle risorse per la contrattazione decentrata e aumenti (si fa per dire) contrattuali irrisori: è questa la P.A. moderna ed efficiente a cui punta il ministro?
Per chi non vuol cadere sulla carota di Brunetta
VENERDI 17 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE

martedì 9 settembre 2008

Questi COBAS così scomodi in pubblico, ma ricercati nel privato. di CiccioSpena

Questo articolo è stato pubblicato quando eravamo all'interno dei COBAS P.I. e vivevamo intensamente la realtà, che risultava essere forte ideologicamente e piena di comunione di intenti.
Capita, molto spesso, che appartenenti ad altri sindacati si rivolgono a Noi dei COBAS per essere tutelati o per evidenziare una problematica particolare. Ho molte volte cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno.
Come possono alcuni lavoratori, appartenenti a sindacati molto più rappresentativi e più "influenti" del nostro, rivolgersi a Noi anzicchè evidenziare il problema ai loro rappresentanti?
Probabilmente perché questo lavoro, della tutela dei singoli e della denuncia di fatti particolari, non appartiene alla logica comune di alcune sigle sindacali. Le cosidette organizzazioni sindacali rappresentative sono impegnate in attività più "nobili", come le diatribe contruattali a livello nazionale, i compromessi con i datori di lavoro, le scalate al potere politico, sindacale e gestionale. Ecco che, portare alla luce i disagi percepiti da talune categoria di soggetti o di singoli, entrare veramente in contrasto con i datori di lavoro, diventa una condotta poco strategica e redditizia. Proprio in questo punto si verifica una scollatura tra base lavorativa e classe sindacale. Purtroppo, gli attuali sindacalisti sono impegnati a discutere e lottare per fatti troppo distanti dalle realtà lavorative locali.
Ho potuto notare, in questi ultimi tempi, sia in ambito politico, sindacale e ancor di più lavorativo, come si sia radicata e consolidata la logica dell'appartenenza. Vi sono delle lobby di potere che partono dal Politico, passano dal Dirigente (nominato dal politico) e arrivano sino al posizionamento (opera del Dirigente), negli uffici cardini, di elementi di fiducia. Tanti tasselli, ognuno con compiti diversi, ma convergenti verso lo stesso obbiettivo: l’assoggettamento delle masse e conseguentemente il loro controllo. Esso avviene con due diverse modalità: La prima facendo proselitismo, con l’assicurazione di privilegi in ambito lavorativo o ancora meglio con possibilità di guadagni economici “extra”. La seconda con l’inasprimento delle condizioni lavorative per coloro che non si allineano alla linea comune. Di conseguenza alcuni lavoratori e purtroppo si tratta di una grande maggioranza, sono soggetti ad una sorte di condizionamento psicologico che impedisce questi di palesare i propri disagi. Il denunciare o richiedere anche le più elementari forme di diritto, ecco che diventa un ostacolo insormontabile per chi non possiede una struttura nervosa tale da reggere la fuoriuscita dalla "famiglia". In questo attuale modello organizzativo si sono creati I NUOVI SCHIAVI. Politici, Dirigenti, Funzionari, Sindacalisti, lavoratori che gestiscono e lavoratori che vengono gestiti non sono più padroni della propria libertà, viene impedito loro il lusso di una propria identità. Addirittura la semplice appartenenza ad un sindacato o ad una forza politica avversa risulta essere motivo di diversificazione di trattamento. E' constatabile che le valutazioni di parecchi dipendenti vengano addirittura influenzate negativamente solo per la loro appartenenza al sindacato COBAS. Permettetemi di dire che chi adotta questo sistema ha raggiunto una tale bassezza d’animo da doversi vergognare profondamente. Oggi si parla di libertà di stampa di parola e di pensiero, ma queste sono solo belle frasi, viviamo all'interno di un regime che gestisce le informazioni, censura le nostre parole e influenza i nostri pensieri, ma tutto ciò è avvolto da uno strato superficiale di apparente democrazia. Ci fanno credere di essere liberi, invece ci controllano e ci manipolano.
Le denunce, le difese dei singoli colleghi rappresentano un lavoro sporco e fastidioso per alcuni sindacati. Noi dei COBAS ne abbiamo fatto la nostra forza e sta alla base della nostra filosofia, perché siamo convinti che il vero sindacato, al momento attuale, momento in cui i veri valori e le iniziali ideologie sono andate perse, è quello che risolve i problemi spiccioli e porta beneficio immediato al lavoratore senza perdere di vista i grandi temi. Dei lavoratori che si rivolgono a Noi non resta traccia se non la classica stretta di mano e la raccomandazione di non divulgarne l'identità per i motivi di cui sopra. Oggi aderire al progetto COBAS è un atto di coraggio è un affermare la propria diversità dal conformismo ideologico. Inutile diventa la continua ricerca di una univocità d'intenti e di una compattezza fra tutte le sigle sindacali presenti sul panorama aziendale, perché utopistica e nemica delle strategie personalistiche. Ecco che i programmi e le strategie COBAS hanno una propria fisionomia scevra da condizionamenti di sorta se non quelli dettati dagli stessi lavoratori. Noi non abbiamo stretto patti o alleanze con nessuno, NOI SIAMO UOMINI LIBERI.
Siamo profondamente convinti che il sitema, l'ambiente e le condizioni di lavoro possono essere cambiate e che l'onestà ideologca, l'etica, la morale, il coraggio e la libertà di gridare il proprio disappunto non hanno prezzo.
FORZA, IN FONDO CI VUOLE SOLO IL CORAGGIO DI USCIRE DAL GUSCIO ED UNA VOLTA USCITI CI SI RENDERA' SUBITO CONTO CHE NON SIAMO POCHI.
CiccioSpena (RSU COBAS del Pubblico Impiego)

L'ETICA DI UN SINDACALISTA. (Viaggio nel mondo sindacale) a cura di CiccioSpena

Sindacalista: seguace, sostenitore del sindacalismo – membro, dirigente delle organizzazioni sindacali.


Sindacalismo: il complesso di dottrine e di movimenti che mirano, mediante l'associazione dei lavoratori nei sindacati, ad ottenere per essi migliori condizioni di vita e a garantirne gli interessi economici.


Ma di chi?


Ho voluto cominciare proprio dalle definizioni indicate nel dizionario della lingua italiana per poi addentrarmi nell’argomento, passando prima attraverso una analisi generalizzata a livello nazionale per poi scendere alle realtà aziendali. Le origini del sindacato, nato con lo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori, sono piene di onore e gloria. Purtroppo, lo spirito originario che ha dato luogo alla loro fondazione è ben lontano da quello appena detto. Eppure, i lavoratori, sono la classe che loro si sono prefissati di difendere. I lavoratori sono i motivi per i quali essi esistono, che dovrebbero essere sovrani ed invece sono sovrastati. Alle origini i valori erano veri ma, con il passare degli anni e le varie trasformazioni sociali e politiche, i sindacati, rendendosi conto della propria forza contrattuale, sociale, economica e politica, perdono di vista i principi iniziali e cercano di sfruttare a proprio favore tale potere. Ma, per giustificare queste affermazioni, vi prego di seguirmi in questo percorso. Tutti i sindacati NON HANNO, per legge, l’obbligo di redigere un bilancio. Questo significa che i soldi che entrano ed escono dalle loro casse non saranno mai portate a conoscenza dei cittadini. Fatturati miliardari e bilanci segreti. Forse non tutti sanno che i sindacati hanno migliaia di dipendenti. Che con il Governo centrale quotidianamente tratta questioni di potere. Alle spalle dei sindacati vivono società ed enti da essi controllati ed insieme muovono un giro d’affari enorme, che supera i 1300 miliardi. Nelle casse di questi circolano ogni anno circa 400 miliardi per i finanziamenti ai patronati, 300 per le ritenute sulle pensioni, 50 per le quote sulle prestazioni di disoccupazione agricola e 350 dal tesseramento dei lavoratori in attività. A tale cifra vanno aggiunti circa 200 miliardi, il costo sostenuto dallo Stato per i distacchi sindacali. A tutto questo si devono addizionare le somme provenienti dagli italiani ancora convinti che iscriversi ad un sindacato giovi a qualcosa che non siano le finanze del sindacato. La cosa più raccapricciante è che, in tutto questo, il Governo è connivente. Mi sembrerebbe utile un po’ di trasparenza nella gestione di questo potere. Ma non è finita, i Sindacati racimolano altri soldi attraversi i Caaf e i Patronati. I primi “Centri di Assistenza Fiscale”, solitamente, si occupano di presentare la denuncia dei redditi. Molti non sanno che lo Stato rimborsa ad ogni Caaf 14.33 euro a modulo 730 consegnato. A tutto questo, se non vi è ancora bastato, bisogna aggiungere uno sterminato patrimonio immobiliare. Oltre all’aspetto economico un altro aspetto degno di riflessione è la questione dei distacchi e dei permessi sindacali. Molto spesso il sindacalismo, che dovrebbe essere una missione, diventa una convenienza personale proprio per questi privilegi. Per chi percepisce questi distacchi sindacali, con la conseguenza di non prestare più la propria attività lavorativa in azienda, di fatto presta la sua opera in un’associazione privata qual’è il sindacato. Ma inspiegabilmente per tale periodo i contributi ricadano sullo Stato e non sul datore di lavoro. E non è finita qui, sono compresi anche, e vai a capire perché, i premi di produttività e i buoni pasto. Oggi i dipendenti statali dati in omaggio al sindacato sono 3.077 e costano al contribuente (Irap e oneri sociali compresi) 116 milioni di euro. Ai quali vanno sommati 9,2 milioni per 420 mila ore di permessi retribuiti. Di regalo in regalo, per i dipendenti che utilizza l'aspettativa, ai quali deve invece pagare lo stipendio, il sindacato usufruisce comunque di uno sconto: non paga i contributi sociali, che sono considerati figurativi e quindi a carico dell'intera collettività. Un privilegio che hanno perduto perfino le assemblee elettive (a partire dal parlamento). Ma i sindacati no. I sindacati italiani sono una vera e propria macchina di denaro e di potere temuta in primo luogo anche dalla classe politica. Lo Stato consapevole della forza dei sindacati concede privilegi e adula questi allo scopo di stringere un cosiddetto patto di non belligeranza. E’ veramente incredibile e inaccettabile il fatto che il sindacato è l’anticamera della politica. La carriera sindacale sfocia sistematicamente in quella politica. Esempio eclatante Fausto Bertinotti (CGIL) Franco Marini, Cesare Damiano, Rosa Rinaldi(CISL), Antonio Montagnino con un passato alla CISL, Paolo Ferrero (ex delegato Fiom-Cgil,)Franca Donaggio (ex Cgil Trasporti), Sergio D'Antoni (ex numero uno della Cisl),Patrizia Sentinelli (già alla Cgil Scuola),Giampaolo Patta, che viene dalla Cgil, Alfiero Grandi,Titti Di Salvo, Teresa Bellanova, Pietro Marcenaro, Andrea Ranieri, Gianni Pagliarini, Maurizio Zipponi (CISL), Sergio Cofferati, Gaetano Sateriale, Ottaviano Del Turco e mi fermo qui per non dilungarmi ulteriormente. Leggo spesso sindacato di sinistra o di destra quasi come se fosse una cosa normale. L’appartenenza politica diventa quasi un valore aggiunto al sindacato non rendendosi conto che le due cose sono incompatibili. E qui devo tirare in ballo Weber economista, sociologo, filosofo e storico tedesco, considerato uno dei padri fondatori dello studio moderno della sociologia e della pubblica amministrazione. Weber si muove all’interno di una filosofia dei valori i cui presupposti sono la distinzione tra essere (Sein) e dover essere (Sollen) e il riconoscimento di una pluralità di sfere dei valori. A differenza della scienza, che ha a che fare coi fatti, la filosofia si occupa dei valori e dei principi. La prima forma di etica fa riferimento a principi assoluti, che assume a prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono: di questo tipo sono, ad esempio, l’etica del religioso, del rivoluzionario o per l’appunto del sindacalista, i quali agiscono sulla base di ben precisi principi, senza porsi il problema delle conseguenze che da essi scaturiranno. Si ha invece l’etica della responsabilità in tutti i casi in cui si bada al rapporto mezzi/fini e alle conseguenze. Sicché l’etica dei principi e quella della responsabilità sono due etiche opposte e inconciliabili, che fanno capo a due diversi modi di intendere la politica, come nota Weber. L’etica dei principi è, in definitiva, un’etica apolitica, come è testimoniato dal Cristiano che agisce seguendo i suoi principi e senza chiedersi se il suo agire possa trasformare il mondo. Al contrario, l’etica della responsabilità è indissolubilmente connessa alla politica, proprio perché non perde mai di vista (e anzi le assume come guida) le conseguenze dell’agire. Sta proprio in questa compenetrazione di questi due tipologie etiche il problema della povertà dell’attuale sindacato.I valori, i principi, l’etica, la morale, sono indissolubili e chi li possiede non può ne soffocarli ne piegarli agli scopi personali. Il sindacalista-politico rischia di compromettere l’oggettività del suo operare, che dovrebbe essere votato all’imparzialità. Non capisco l’utilità’ dei sindacati. Non quelli odierni, almeno. Ma oggi che ruolo hanno? Il loro operato e’ pregno di politica e di raccomandazioni. Favoritismi, pressioni, privilegi, gestioni clientelari, distacchi e permessi sindacali, sono sotto gli occhi di tutti e fanno parte del nostro mondo quotidiano e purtroppo non rappresentano più qualcosa di cui stupirsi. Ognuno di noi può citare esempi del genere. Quando la rappresentanza in azienda si costituisce su queste basi, è il DNA del sindacato a subirne una degenerazione; e la sua missione effettiva viene percepita dalla generalità dei lavoratori non come quella di proteggere i più deboli ma come quella di abbassare il livello minimo dovuto di correttezza e di impegno produttivo. Qui c’è un evidente conflitto d’interessi: il sindacalista dovrebbe, per il proprio buon nome, prima di tutto darsi un codice etico che individui esplicitamente quel possibile conflitto e impedisca il diffondersi del fenomeno. Codice etico e comportamentale che i potenti della categoria si guarderebbero bene dal crearlo. L'etica nel sindacato dovrebbe essere marchiato nella carne dei sindacalisti per i profili umani in cui si muovono a difesa dei più bisognosi: crescono per i bisogni dei lavoratori.
Il vero sindacalista è colui che sposa i problemi non propri, colui che, pur andando contro i propri interessi, si fa da parte a favore dei lavoratori. Il sindacalista è
colui che rappresenta l’imparzialità, colui che si sacrifica per le giuste cause senza risparmiare energie. Sembrerebbe proprio di parlare di una figura che ai giorni d’oggi è anacronistica e proprio per questo suscettibile di ilarità. Il sindacalista dovrebbe essere il primo a lottare e l’ultimo a godere dei benefici conseguenti. Un sindacalista che non si ispira a questa etica non può definirsi sindacalista per definizione, probabilmente: un politico o un affarista questo si, ma per favore non parliamo di sindacato e non offendiamo l'intelligenza dei lavoratori, che possono essere vittime di un sistema politico-sindacali ma non stupidi. Purtroppo gli odierni sindacati rappresentano solo alcuni, ma prendono decisioni che riguardano tutti e gestiscono risorse che appartengono a tutti. Per favore ditemi che ho un incubo e che persone come Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto e molte altre ancora non sono mai esistite. Riportare il Sindacato alle originarie ideologie si può, basta volerlo con la consapevolezza della forza della base e con le armi dei valori etici di altruismo e di uguaglianza e con la forza del ragionamento, come alcuni uomini della storia ci hanno insegnato: nulla è impossibile, fra tutti: Gandhi.
Obbligare i sindacalisti a fare i sindacalisti.
CiccioSpena (RSU del Comune di Impiego)

. . . e adesso, volete ancora rimanere nella ciotola a guardare dal basso verso l'alto?








In fondo, ci piove addosso
sempre quello che ci meritiamo.
riflessioni di Filippo Macaluso (RSU del Comune di Palermo)

domenica 7 settembre 2008

La cultura organizzativa del Corpo di Polizia Municipale di Palermo, di Filippo Macaluso

Movimento "Tagghiamu stu Palluni"

La cultura organizzativa del Corpo di Polizia Municipale di Palermo.
Quante volte ci è capitato di desiderare un mondo migliore?
A me tante volte!
E penso che, almeno una volta, anche voi abbiate riflettuto su un mondo desiderato.
In fondo siamo dei fanciulli e desideriamo vivere felici.
Chi più, chi meno, sono questi i nostri sogni.
Da grandi la coscienza di ciò che ci circonda modifica e limita i nostri sogni, ma continuiamo a sognare e a desiderare di vivere in un mondo a noi gradito.
Inconsciamente non facciamo altro che mettere a confronto la nostra cultura, radicata nella nostra mente dai valori acquisiti nell’infanzia e modificati nella crescita, dalle credenze, dalle capacità, dai sentimenti, con quella che ci viene imposta dall'ambiente in cui ci muoviamo. E se i valori che si scontrano sono in conflitto ecco che, spontaneamente, esprimiamo un disagio interno: ansia, attacchi di panico, nervosismo, stress, sono alcuni effetti di questo vivere oggi in un ambiente troppo frenetico e lontano dai nostri valori: dalla nostra cultura.
In questo approccio, nella società di oggi, gli uomini si dividono :
- in coloro che sono cresciuti già con uno spirito di adattamento che gli consente, senza scrupoli, di adattarsi a tutto, e su tutto se ne fanno una ragione: "il mondo è così, è degli opportunisti, è di coloro che sono più furbi, ed io devo essere, in questo, più bravo di tutti", o semplicemente, tirano a campare;
- altri, cresciuti con valori etici non riescono ad adattarsi ad una cultura in cui non si riconoscono e ne subiscono gli effetti, spesso, con l’isolamento.
Io sono convinto che la strada giusta sia quella dell’elevazione dei valori etici di moralità e di umanità, ma è solo una mia convinzione.
Questo aspetto della vita di ogni individuo che può apparire di rilevanza prettamente personale ha, invece, una importanza di rilievo nelle organizzazioni aziendali, oggi, particolarmente attenzionato da quelle di successo. E' sempre di più un obiettivo, la ricerca di una più ampia condivisione della cultura organizzativa da parte dei dipendenti.
La cultura di un’organizzazione è l’insieme di valori, convinzioni, conoscenze e modi di pensare, che mira ad avere la massima coesione dei membri.
In alcune aziende la cultura organizzativa è talmente proiettata all’accumulo dei profitti che perfino gli elementi etici sono visti come degli ostacoli, per una logica degli affari: pur di raggiungere l’obiettivo, qualsiasi mezzo è giustificato, anche quello di calpestare ciò che eticamente dovrebbe essere giusto per definizione.
La condivisione della cultura all’interno di un’organizzazione è, chiaramente, alla base della sua efficienza e del suo successo, in quanto fornisce ai membri un senso di identità e genera impegno nei confronti delle finalità su cui si fonda l’organizzazione.
E’ abbastanza ovvio che solo condividendo la cultura dell’organizzazione i membri si sentirebbero spronati al raggiungimento di obiettivi in quanto li sentirebbero propri per il senso di partecipazione in loro generato.
Addirittura avere la stessa cultura porterebbe i membri della base a essere volano di energie dal basso verso l’alto utili perché provenienti da fonti dirette.
Conoscere bene la cultura organizzativa di un’azienda è fondamentale per apprendere le problematiche legate al grado di soddisfazione dei suoi membri e ai risultati di efficienza.
Dopo questo excursus, sul concetto di cultura e sull’importanza che nelle aziende ci sia la maggior coesione nel condividerla, vorrei adesso analizzare la cultura organizzativa presente nel Corpo di Polizia Municipale di Palermo e come è cambiata negativamente negli ultimi anni.
Il Corpo di Polizia Municipale nei suoi anni ha subito profondi cambiamenti che ne hanno modificato radicalmente i profili applicativi e relazionali interni.
Fino all’anno 1997 gli operatori della Polizia Municipale erano strutturati su una base organizzativa sostenuta da un equilibrio relazionale interno legato all’anzianità.
Tale circostanza generava nei dipendenti un senso di identità, più o meno grande, nei confronti dell’organizzazione interna.
Questo determinava un senso di responsabilità nel riconoscere il proprio stato di subordinazione nei confronti del proprio collega più anziano, ed accettato di buon grado perché percepito giusto.
Anche i profili applicativi e le relazioni esterne erano improntate alla condivisione di una cultura organizzativa che rifletteva quella del leader del capo settore. Un leader diventato tale e che riceveva la stima dei membri a lui subordinati per l’esperienza professionale maturata negli anni e per i profili umani che è semplice riconoscere in un collega anziano per la naturale associazione alla figura del fratello maggiore o del padre. Tutto questo dava, nonostante le difficoltà in ragione di una molteplicità di problematiche interne, senso d’unità.
Nel 1997 un concorso interno e una infelice strategia determineranno un cambiamento della cultura organizzativa che non sarà più condivisa dalla maggior parte dei lavoratori.
Principalmente, le cause che hanno determinato questo cambiamento della cultura organizzativa sono due:
- l’amministrazione comunale fa transitare dal comune dei dipendenti che prendono il posto dei capi settore, fino ad allora i veri leader, con grado superiore, riconosciuti tali dai lavoratori;
- riorganizza il corpo di polizia municipale con dei concorsi interni a titoli dove viene penalizzata la componente di anzianità che fino a quel momento era stata l’anello di sostegno più forte della struttura organizzativa;
Gli effetti sono stati deleteri, per :
- un netto calo della professionalità, perché ovviamente chi passava dal comune al corpo di polizia municipale non poteva avere la competenza specifica di chi, invece, aveva potuto contare sull’esperienza maturata in anni di attività;
- un conflitto interno nei rapporti tra i dipendenti, dovuto principalmente all’inversione di ruoli: chi era stato in sottordine adesso ordinava e chi ordinava adesso era in sottordine.
Un concorso interno che a fronte di una conquista, più per compromessi sindacali che per altro, e successivamente pagata anche a caro prezzo, ha creato nei rapporti interni un intreccio di ruoli.
Questa situazione negli anni successivi è sempre più peggiorata anche per il nuovo sistema organizzativo in cui i dirigenti sono contrattualmente vincolati alla politica, e quindi in qualche modo da questa condizionati, oltre alla negativa circostanza che adesso non tutti i dipendenti sono uguali di fronte l'amministrazione.
La maggior parte degli operatori in questa nuova cultura organizzativa con valori discriminanti ed ingiusti non si riconoscono: non condividono i valori espressi, il modo di pensare e di agire.
E’ una cultura debole perché non ha il consenso generale, è limitato solo ai membri che in qualche modo appartengono al clan politico-sindacale creato per il raggiungimento e la gestione del potere su cui si basa l’organizzazione della polizia Municipale.
Io e Ciccio, chiaramente, non condividiamo questa cultura di clan che attribuisce prerogative solo ai suoi membri di appartenenza e tende a tutelarli favorendoli nei percorsi interni di carriera.
Vorremmo una cultura di clan, sì, ma concentrata sul coinvolgimento e sulla partecipazione di tutti e caratterizzata su principi di pari opportunità e di giustizia, su valori umani come prendersi cura dei dipendenti, delle loro esigenze e della consapevolezza dei disagi in cui essi si trovano; favorire la comunicazione e le relazioni tra la classe dirigenziale e i dipendenti per assicurare che dispongano di ciò che a loro necessiti per aiutarli a essere soddisfatti e allo stesso tempo produttivi.

venerdì 5 settembre 2008

Smog, no al piano del Comune | Palermo la Repubblica.it

Movimento "Tagghiamu stu Palluni"
La competenza, purtroppo, non è una caratteristica di questa amministrazione, e questa non è una novità.
Su la Repubblica un articolo di Sara Scarafia sulle misure antismog a Palermo
clicca su Smog, no al piano del Comune Palermo la Repubblica.it

Obiettivo del nuovo governo, 1 milione di disoccupati!

Movimento "Tagghiamu stu Palluni"

E' incredibile come in pochi anni cambino gli obiettivi.
Solo qualche anno fa si propagandava in campagna elettorale la creazione di 1 milione di posti di lavoro. Oggi, dal nuovo governo, da Brunetta alla Gelmini, un'inversione di tendenza: a dir loro ciò che non va in Italia è l'enorme spesa degli stipendi. Si! proprio così: l'occupazione è la vera ragione dei mali della società italiana. Troppe spese per stipendi, occorre diminuire i posti di lavoro, questo l'allarme del nuovo governo.
I giornali si limitano a raccontare i fatti ma, ad oggi, nessuno riflette che ciò che ieri era un dramma (l'emergenza disoccupazione) oggi diventa un obiettivo del governo, condiviso, a sentire loro, da tutti i cittadini, persino dagli stessi lavoratori che di questo provvedimento ne subiranno purtroppo i drammatici risvolti.
Siamo letteralmente in una società che sta subendo una radicale trasformazione.
L'onnipotenza di questi governanti con i loro provvedimenti ha una strategia comune per il raggiungimento di un obiettivo ben definito. Ed è quello che si manifesterà dall'esito di tutti questi provvedimenti.
Non ci sono dubbi che con le leggi sul precariato e l'aumento di disoccupati in ragione di un Italia che vivrà meglio, la realtà futura ci apparirà molto diversa. Un'Italia dove ci saranno poveri sempre più poveri, ai quali si aggiungeranno i nuovi disoccupati, e ricchi sempre più ricchi, ai quali si aggiungeranno coloro che non perderanno il posto di lavoro, e che potranno contare, chissà a quale prezzo, dei risparmi per i tagli degli stipendi dei lavoratori licenziati.
Secondo voi, nella società futura, chi saranno i ricchi e chi saranno i poveri?
Secondo voi, chi riuscirà a conservare il posto di lavoro e chi verrà licenziato?
Chi attualmente gestisce le amministrazioni e il lavoro in genere, e chi continuerà a farlo in futuro?
Le risposte le lascio a voi ed ai vostri commenti.

martedì 2 settembre 2008

YouTube - Paul Connett al V2-day a Torino parla degli inceneritori

Sulla sidebar troverete una finestra dedicata agli inceneritori, una serie di video con le opinioni del Dott. Veronesi e le successive risposte del Dott. Stefano Montanari, di Paul Connett e di tanti altri, meritano una particolare attenzione di tutti.
Un argomento molto interessante che dovrebbe farci riflettere bene come gli affari di alcuni sono prioritari ai bisogni di sopravvivenza dell'uomo.

YouTube - Paul Connett al V2-day a Torino parla degli inceneritori

Morti sul lavoro, strage infinita tre vittime a Catania e Lodi - cronaca - Repubblica.it


Quando i Dispositivi di Protezione Individuale sono dannosi.,
Movimento "Tagghiamu stu Palluni"

A volte, i Dispositivi di Protezione Individuali invece di proteggere creano ulteriori rischi.
Potrebbe essere il caso della notizia su La Repubblica di oggi, due lavoratori morti a Catania, travolti da un treno.
Sembrerebbe che le cuffie antirumore hanno impedito, ai lavoratori, di udire il segnale sonoro del treno in arrivo.
Tale circostanza ha evidenziato ancora una volta che, a prescindere da quanto verrà accertato dalle autorità competenti, i Dispositivi di Protezione Individuali devono essere scelti dopo un'attenta e corretta valutazione dei rischi.
Non è sufficiente adempiere all'onere di fornire i DPI se non viene considerato che l'uso di tale dispositivo crea un deficit uditivo al lavoratore e che, in determinate condizioni, può essere altamente lesivo.
Probabilmente avrebbero dovuto provvedere affinché tale deficit fosse compensato con la presenza di personale addetto al controllo visivo dell'arrivo del treno o, addirittura, con l'area opportunamente delimitata o, quantomeno, con l'area protetta da un sistema meccanico per impedire la contemporanea presenza dei lavoratori e del treno.
I fatti sono chiari: si continua a morire per valutazioni errate degli addetti alla sicurezza, o per non avere preventivamente valutato i rischi o per non avere correttamente vigilato sul lavoro.
E questo, è decisamente inaccettabile.

Morti sul lavoro, strage infinita tre vittime a Catania e Lodi - cronaca - Repubblica.it