Il periodo fascista è stato caratterizzato da una propaganda antisemitica in cui si sosteneva in linea generale il razzismo. In questa propaganda si collocavano due organi decisionali in materia di razzismo: l’Ufficio Razza del Ministero della Cultura Popolare e la Demorazza del Ministero dell’Interno, oltre al GUF, che dipendevano direttamente dal Partito Nazionale Fascista.
Attraverso questi mezzi veniva propagandato l’antisemitismo, ognuno diffondeva le proprie idee di razzismo.
In questo periodo si susseguirono diversi scontri fra gli uffici decisionali della propaganda antisemita che evidenziano come i personaggi coinvolti nella propaganda antisemita erano fra loro spesso in contraddizione.
All'epoca, di rilievo il sabotaggio degli uffici decisionali a due riviste appena nate: Il diritto razzista di Stefano Maria Cutelli e la rivista Sangue e Spirito di Julius Evola, considerate dannose e fuori luogo.
La propaganda aveva il fine di acquisire consensi nell'alterare le coscienze degli italiani, rispecchiava chiaramente ciò che stava avvenendo in Germania: riuscire ad associare nelle menti della gente comportamenti di assoluta atrocità a giuste cause per il bene di ciò che era più caro: financo si associò l'ebreo al diavolo o al pedofilo che insidia i nostri figli e violenta le nostre donne.
Le riviste predisposte alla propaganda antisemita, dal 1938 al 1943, sono state:
- La difesa della razza;
- Razza e Civiltà;
- Il diritto Razzista;
- Il problema ebraico;
- Razzismo;
- Razza.
Ognuna con le proprie ragioni, ed in misura diversa, hanno assolto al loro compito: propagandare l’antisemitismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento