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sabato 25 ottobre 2008

COBAS Pubblico Impiego
aderente alla Confederazione COBAS
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IL MINISTRO SACCONI ALL’ATTACCO DEL
DIRITTO DI SCIOPERO
“Per tutte le attività il diritto di sciopero dovrà essere svolto senza provocare danni irreversibili ai diritti delle persone, delle imprese e dell’economia, come ad esempio quelli causati dal blocco delle ferrovie, delle strade, o di un impianto produttivo, qualora venga a mancare il servizio minimo di manutenzione. Tutte queste violazioni saranno sanzionate”. Queste le inquietanti parole pronunciate da Sacconi in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il riformista”.
Il disegno di limitazione del diritto di sciopero, attraverso l’introduzione di un referendum preventivo, la schedatura degli scioperanti e lo sciopero virtuale, da svolgersi lavorando con una fascia al braccio e trattenuta dello stipendio, annunciato, guarda caso, alla vigilia dello sciopero del 17 ottobre del sindacalismo di base, prosegue a passo spedito ( è stato già approvato dal Consiglio dei Ministri).
Insomma, dopo il riuscitissimo sciopero promosso dai sindacati di base il 17 ottobre e l’immensa manifestazione nazionale, il governo corre ai ripari, ottenendo subito l’immediata disponibilità dei sindacati filo governativi Cisl e Uil (poi vedremo la Cgil che, per ora “strepita”…..) disponibili al confronto “purchè ci siano regole condivise”.
L’obiettivo è chiaro: proprio nel momento in cui il governo si appresta a scaricare nelle tasche degli italiani la crisi generata dal mondo della finanza, si vuole preventivamente stroncare ogni possibilità di opposizione, rendendo lo sciopero innocuo, e pertanto inutile.
La Repubblica italiana, almeno a parole, è fondata sul lavoro: il governo vorrebbe trasformarla in una Repubblica fondata sulla soppressione dei diritti sindacali e delle garanzie democratiche.
Inutile dire che come COBAS metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per fermare questi devastanti progetti.
Difendi i tuoi diritti e la tua dignità!
Iscriviti e organizzati con i COBAS !

1 commento:

Anonimo ha detto...

l'attacco al diritto allo sciopero è iniziato nel 1990 continuato nel 2000 con le leggi che regolamentano lo sciopero nei servizi considerati essenziali e ogni tanto ci provano a estendere e ampliare le limitazioni a tutto il mondo del lavoro senza distinzione alcuna. tutto questo è funzionale alla concertazione intendendo per questa il modello di relazioni sindacali che attualmente vige in italia. punti centrali del modello sono:
azzeramento del diritto allo sciopero e conseguente raffreddamento del conflitto unica arma per danneggiare il datore di lavoro;
forte limitazione della democrazia sindacale con l'invenzione del concetto di rappresentatività che impedisce la contrattazione sia nazionale che locale ai sindacati più piccoli(il sistema maggioritario applicato al sindacato);
svuotamento progressivo del contratto nazionale che prevede condizioni uguali per tutti su tutto il territorio italiano a vantaggio del contratto decentrato basato sull'incremento della produttività e sull'accentuazione delle differenze tra nord e sud o se volete tra comuni ricchi e quelli in sofferenza;
condivisione da parte della triplice di politiche economiche che accollano il pagamento del debito ai lavoratori, che regala soldi alle banche che ti affamano con i mutui e alle imprese che sfruttano il lavoratore tutto in cambio del mantenimento della loro posizione di vantaggio.
bisogna continuare a lottare non solo per difendere le conquiste fatte dal movimento negli anni passati ma anche per recuperare quelle che i continui attacchi della controparte e la eccessiva remissività della triplice ci hanno fatto perdere come la scala mobile per la difesa del potere reale d'acquisto e il calcolo retributivo delle pensioni per evitare di trovarci con un pugno di mosce dopo avere dato il ..... per 40 anni( a proposito occhio al tfr)
ciao mimmo